Traduzione del bilancio d'esercizio in inglese

In cosa consiste la traduzione di un bilancio d'esercizio in inglese?

Se una azienda desidera operare a livello internazionale, ampliando i propri confini ed entrare in contatto con fornitori e clienti all’estero, è innanzitutto necessario che essa inizi a conoscere e a comprendere il paese di destinazione in termini non solo commerciali, ma anche giuridici. Se ad esempio vogliamo creare una joint-venture con una società estera quasi sicuramente ci sarà un serie di documenti da tradurre e che dovranno essere presentati a potenziali clienti e partner, come proprio biglietto da visita o perché tali documenti ci vengono appositamente richiesti. Uno dei documenti più importanti che dovremo presentare sarà proprio la traduzione del bilancio d’esercizio in inglese. Questo documento è di estrema importanza perché riflette l’andamento della società da un punto di vista finanziario, economico e patrimoniale. Va da sé che la traduzione del bilancio d’esercizio in inglese offre nuove opportunità e favorisce il consolidamento dei rapporti esistenti nei paesi d’oltralpe.

Che cos’è il bilancio d’esercizio

Il bilancio d’esercizio è l’insieme dei documenti ufficiali che molte aziende sono tenute a redigere così da poter dichiarare ed accertare la loro situazione economica e finanziaria, nonché il risultato economico conseguito nell’anno di riferimento.

I documenti che costituiscono il bilancio d’esercizio sono:

  • Stato patrimoniale
  • Conto economico
  • Nota integrativa
  • Rendiconto finanziario

LO STATO PATRIMONIALE

Lo stato patrimoniale ci consente, in modo obiettivo, di valutare la situazione economica aziendale per ciò che concerne l’entità e la natura delle passività contratte e delle attività risultanti. Si tratta di un prospetto a sezioni differenti e contrapposte che vengono chiamate “attivo”, la sezione che si trova a sinistra e “passivo”, quella di destra. Le due sezioni sono a saldo zero: i due totali, cioè, devono essere uguali e questo sarà possibile con la determinazione dell’utile o della perdita aziendale.

L’attivo fornisce informazioni qualitative e quantitative sui beni, come pure sulla distribuzione di fondi e investimenti della società (terreni, crediti, liquidità e altri beni). Nella pratica le risorse disponibili e le modalità d’impiego.

Il passivo, invece, elenca le fonti di risorsa della società, quali le origini dei fondi e dei finanziamenti, il capitale proprio e quello fornito da terzi, i debiti. Nella pratica le fonti di reddito ed eventuale capitale dei soci.

L’attivo è composto da 4 macroclassi, mentre il passivo da 5 macroclassi.

Per ciò che riguarda l’attivo, le 4 macroclassi da tenere in considerazione sono:

  • Crediti verso i soci (ovvero le quote di partecipazione a breve, medio e lungo termine dovute dai soci all’azienda);
  • Immobilizzazioni, cioè l’elenco degli investimenti a lungo termine Si dividono in immateriali (come ad esempio i costi di sviluppo, brevetti etc), materiali (come fabbricati e attrezzature) e finanziarie (crediti, partecipazioni, azioni);
  • Attivo circolante (risorse a breve termine) dove sono indicati i beni che “circolano”, come ad esempio materiali che devono essere utilizzati, ma anche crediti nei confronti dei clienti e disponibilità liquide;
  • Ratei e risconti attivi (fanno riferimento a entrate relative a uno o più esercizi successivi). Proprietà, impianti e attrezzature, come ad esempio una flotta di veicoli, rappresentano beni a lungo termine acquistati per uso aziendale. I costi di acquisizione di tali investimenti sono ammortizzati su base proporzionale durante il periodo di utilizzo, che varia ovviamente a seconda dell’oggetto, attraverso una suddivisione in percentuale del loro ammortamento annuale e quindi registrati a bilancio per il rispettivo valore contabile.

 Che cosa sono i ratei e i risconti attivi?

 Ratei attivi: indicano un costo di competenza di quest’anno, ma il cui pagamento si realizzerà dell’esercizio successivo.

 Facciamo un esempio: ogni 3 mesi devo pagare l’affitto per il mio negozio con canone posticipato, pari a 2.000 euro. Poiché il canone è posticipato, significa che per i mesi di ottobre, novembre e dicembre, pagherò il 1° gennaio. Tuttavia visto che in contabilità non posso far finta di niente, devo considerare quel costo che sosterrò il 1° gennaio come competenza dei mesi di ottobre, novembre e dicembre dell’anno in chiusura.

 Risconti attivi: rappresentano percentuali di un costo che ho già registrato contabilmente nell’esercizio appena chiuso, ma per una parte è di competenza anche dell’esercizio successivo.

Facciamo un esempio: il 15 di ogni mese pago l’affitto del mio negozio, pari a 1.000 euro. Arriva il giorno 15 dicembre e quindi pago 1.000 euro, di questa somma. Tuttavia, la metà di questa somma è di competenza di dicembre, ma l’altra metà è di competenza dal 1° fino al 15 gennaio. Per cui io ho pagato 1.000 euro il 15 dicembre, ma c’è da considerare un risconto attivo, ossia i 500 euro che rappresentano il costo di competenza di gennaio. Con il risconto attivo, vado quindi a stornare un costo. Si chiama attivo perché mi libera da un costo.

 Per ciò che riguarda la passività, le 5 macroclassi da tenere in considerazione sono:

  • Patrimonio netto: che include il capitale proprio o il totale delle contribuzioni dei soci, le riserve e le eventuali perdite o guadagni;
  • Fondi per rischi e oneri (risparmi per far fronte a uscite improvvise)
  • TFR trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato (dovuto ai dipendenti al termine della collaborazione lavorativa);
  • Debiti di diverso genere nei confronti di terzi (banche, clienti, fornitori);
  • Ratei e risconti passivi (costi relativi a uno o più esercizi successivi)

Che cosa sono i ratei e i risconti passivi?

 Ratei passivi: rappresentano un ricavo di competenza di quest’anno, ma il cui incasso si realizzerà dell’esercizio successivo.

Facciamo un esempio: ogni 3 mesi incasso l’affitto del mio negozio che il mio inquilino mi paga con canone posticipato, pari a 1.000 euro. Essendo canone posticipato, significa che per i mesi di ottobre, novembre e dicembre, riceverò il pagamento il 1° gennaio. Tuttavia poiché in contabilità non posso far finta di niente, devo considerare quel ricavo che incasserò il 1° gennaio come competenza dei mesi di ottobre, novembre e dicembre dell’anno in chiusura.

Risconti passivi: rappresentano quote di un ricavo che ho già registrato contabilmente nell’esercizio in chiusura, ma per una parte è di competenza anche dell’esercizio successivo.

Facciamo un esempio: ho un negozio di proprietà e il 15 di ogni mese incasso il canone di affitto, pari a 1.000 euro. Arriva il giorno 15 dicembre e quindi ricevo 1.000 euro. Di questa somma però, la metà è di competenza di dicembre, ma l’altra metà è di competenza dal 1° fino al 15 gennaio. Per cui io ho incassato 1.000 euro il 15 dicembre, ma c’è da considerare un risconto passivo, ossia 500 euro che rappresentano un ricavo di competenza di gennaio. Con il risconto passivo, vado quindi a stornare un ricavo. Si dice passivo perché riduce un ricavo di quest’anno per portarlo a competenza dell’anno prossimo.

IL CONTO ECONOMICO

Il conto economico è un documento contabile, regolato dal codice civile, che riassume dal punto di vista economico tutto ciò che è avvenuto nel corso dell’anno all’interno dell’impresa tenendo conto di tutti i flussi che modificano in positivo o in negativo le sue attività e passività. Saranno quindi evidenti tutti i fatti economici suddivisi in ricavi e costi a cui andranno aggiunte le imposte pagate dall’impresa.

Il formato del conto economico

Il seguente formato del conto economico rispetta i requisiti della IV direttiva CEE, la quale nasce dalla necessità di comparazione dei bilanci delle società dei vari paesi  dell’UE.

  1. Valore della produzione: mediante questa sezione vengono identificate tutte le componenti di reddito attraverso il processo produttivo. Quindi i ricavi, le variazioni delle rimanenze dei prodotti in lavorazione, semilavorati e finiti, lavori in corso, incrementi di immobilizzazioni per lavori interni e ogni altro genere di ricavi.
  2. Costo della produzione: mediante questa sezione vengono identificate tutte le componenti di reddito derivanti dal processo produttivo: quindi i costi per le materie prime, quelli per il personale, gli ammortamenti e le svalutazioni, gli accantonamenti per rischi e altri costi e oneri di gestione.
  3. Proventi e oneri finanziari: entrate derivanti da partecipazioni in altre società, crediti iscritti nelle immobilizzazioni diversi dalle partecipazioni, titoli iscritti nell’attivo circolante, interessi e oneri finanziari, utili e perdite su cambi.
  4. Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie: rivalutazioni e svalutazioni di titoli, immobilizzazioni e partecipazioni in altre società

Quali sono le differenze tra stato patrimoniale e il conto economico?

 Lo stato patrimoniale evidenzia la situazione finanziaria di un’impresa al termine di un anno fiscale. È come se venisse scattata una “fotografia” della condizione finanziaria dell’impresa registrando ciò che essa possiede (attivo) e ciò che essa deve (passivo).

Il conto economico, invece, considera i cambiamenti che si sono verificati tra lo stato patrimoniale dell’anno precedente e quello dell’anno in corso, evidenziando un utile o una perdita sulla base dell’andamento dell’impresa nel corso dell’esercizio. Potremmo paragonarlo ad un video invece che ad una fotografia.

NOTA INTEGRATIVA

La nota integrativa è uno dei documenti che costituiscono il bilancio d’esercizio il cui scopo è quello di fornire informazioni complementari contenute nello stato patrimoniale e nel conto economico, integrandole. È l’unico documento non contabile del bilancio.

La nota integrativa è disciplinata dal codice civile

La nota integrativa è prevista dall’art. 2427 del codice civile che ne disciplina il contenuto, ovvero:

  1. criteri di valutazione: i criteri adottati nella valutazione delle attività e passività dello Stato patrimoniale devono essere obbligatoriamente illustrati nella Nota integrativa, sulla quale devono anche essere indicate eventuali modifiche a tali criteri rispetto a quelli applicati nell’esercizio precedente. Un esempio sono i cambi in valuta estera e gli ammortamenti;
  2. movimenti nelle voci del patrimonio: devono essere indicati i movimenti intervenuti nelle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie, i criteri applicati per le rettifiche di valore e, nell’eventualità di immobilizzazioni il cui costo sia indicato in valuta estera, i criteri per la conversione in moneta avente corso legale nello Stato.
  3. composizione e dettaglio di talune voci del bilancio: deve essere indicata la composizione di alcune voci dell’attivo e del passivo patrimoniale, quali: i costi di impianto e di ampliamento, i costi di ricerca, i costi di partecipazione in altre imprese, i debiti e i crediti la cui durata è superiore a 5 anni, come pure le azioni ed obbligazioni emesse dalla società e la composizione di ratei e risconti;
  4. informazioni aziendali diverse. Riguardano gli impegni assunti non evidenziati nei conti d’ordine dello Stato patrimoniale, il numero medio dei dipendenti, i compensi dei membri del collegio sindacale e degli amministratori, le varie categorie di azioni, di obbligazioni e di altri titoli emessi dalla società.

RENDICONTO FINANZIARIO

Si tratta di un prospetto di tipo contabile che comprende la sintesi dei flussi finanziari di una società, riassumendo in modo sintetico i movimenti in entrata ed uscita. I flussi finanziari sono costituiti dalle variazioni, positive o negative, delle disponibilità liquide in un dato periodo. Dal rendiconto risultano, per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente, l’importo e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio, le variazioni positive o negative delle disponibilità liquide derivanti dall’attività operativa, di investimento e finanziamento, come pure le operazioni con i soci.

La liquidità della società trae origine dalla:

  1. liquidità reddituale/operativa;
  2. liquidità degli investimenti;
  3. liquidità finanziaria.

Per capire quali fattori hanno contribuito a determinare il flusso complessivo vi sono dei sottogruppi. La classificazione più diffusa adottata dal modello OIC suddivide i flussi in tre sottogruppi

Il flusso finanziario dell’attività operativa: è quel flusso di liquidità avente origine dalla differenza tra entrate e uscite monetarie derivanti dai componenti positivi e negativi di reddito computati nel conto economico. L’attività operativa include le principali operazioni che determinano i ricavi e i costi di un’impresa. I flussi finanziari creati da tale attività provengono di norma dalle operazioni gestionali che concorrono alla determinazione del risultato dell’esercizio. Il valore del flusso finanziario che deriva dall’attività operativa costituisce un indice molto significativo, dal momento che definisce in che misura l’attività è in grado di produrre sufficienti disponibilità liquide per mantenere la capacità operativa dell’impresa, per remunerare il capitale proprio e per realizzare nuovi investimenti senza avvalersi di fonti di finanziamento esterne all’impresa.

Il flusso finanziario dell’attività di investimento: comprende il flusso che deriva dall’acquisto e vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie non immobilizzate. Questi investimenti e disinvestimenti vengono contabilizzati nello stato patrimoniale e quindi, analizzando solamente il conto economico, non sarebbero stati rilevati.

Il flusso finanziario dell’attività finanziaria: questo flusso di liquidità comprende l’ottenimento e la restituzione di risorse finanziarie sotto forma di capitale di rischio o di debito. L’indicazione distinta di questo flusso finanziario è molto importante poiché ci consente di prevedere richieste di futuri flussi finanziari da parte di finanziatori dell’impresa.

Regole e principi contabili europei

Nel 2002, l’Unione Europea ha imposto alle società l’obbligo di adottare le norme per la rendicontazione finanziaria internazioni, note come IFRS (International Financial Reporting Standards). Esse costituiscono l’evoluzione delle precedenti norme contabili IAS (International Accounting Standards) che, tuttavia, non sono state soppresse ma coesistono con le norme IFRS. Gli standard attualmente in uso  vengono pertanto denominati IAS/IFRS. Con ciò si è voluto uniformare le regole contabili a livello europeo, rendendo i bilanci delle società dei diversi paesi comparabili tra loro, nonché più chiari ed esaurienti. Tutto ciò, ha portato a grandi cambiamenti anche nelle traduzioni dei bilanci d’esercizio.

Quali sono i soggetti obbligati alla redazione del bilancio?

I soggetti che risultano quindi obbligati alla redazione del bilancio d’esercizio sono:

  • società per azioni (SpA);
  • società a responsabilità limitata (Srl);
  • società in accomandita per azioni (Sapa); 
  • società cooperative;
  • società estere con sede in Italia;
  • gruppi Europei di Interesse Economico (GEIE) 
  • aziende speciali e istituzioni di enti locali
  • startup innovative

Complessità e delicatezza della traduzione del bilancio d’esercizio in inglese

Considerando la complessità e delicatezza della materia trattata, nella traduzione del bilancio d’esercizio in inglese occorre pertanto prestare la massima attenzione alla terminologia impiegata evitando di commettere banali errori che potrebbero compromettere il buon esito della traduzione.

Nel tradurre un bilancio in inglese è anche necessario accertarsi delle specifiche peculiarità delle varianti del contesto linguistico tra inglese britannico e inglese americano.

Se la traduzione del bilancio d’esercizio è ormai divenuta una prestazione inderogabile per quelle aziende che operano sui mercati internazionali o sono intenzionate a farlo, essa costituisce un adempimento di legge per le società estere che hanno una sede secondaria in Italia. Quindi, se il bilancio presentato da queste aziende è in lingua straniera, insieme alla copia del bilancio dovrà essere depositata anche una sua traduzione in lingua italiana unitamente alla copia del verbale di asseverazione della traduzione.

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La nostra società attiva da oltre 25 anni nell’ambito delle traduzioni multilingue presta la propria attività in tutti i settori collaborando con aziende, studi notarili e studi legali. Un nostro campo specifico riguarda la traduzione del bilancio d’esercizio in inglese, proprio per il fatto che questa lingua è la più richiesta in tutto il mondo.

Per assicurare un massimo livello qualitativo delle traduzioni abbiamo adottato un metodo di lavoro che si fonda sulle seguenti fasi:

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1. Verifica del progetto, scelta del traduttore e fase di traduzione

Non appena in possesso del bilancio questo verrà assegnato al traduttore più adatto ed esperto. Nel fare ciò il traduttore dovrà osservare tutti canoni formali assicurandosi di adottare la corretta terminologia senza alterare il significato e lo stile del bilancio originale.

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2. Revisione della traduzione

Una volta che la traduzione del bilancio d’esercizio sarà ultimata, essa verrà presa in carico da un secondo traduttore specializzato nelle revisioni che eseguirà un minuzioso controllo della terminologia impiegata, ne verificherà lo stile e riesaminerà la forma del testo. Con questa ultima fase potremo essere certi delle coerenza e fedeltà della traduzione con il bilancio originale.

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Devi essere consapevole di ciò che fanno gli altri, applaudire ai loro sforzi, riconoscere i loro successi e incoraggiarli nelle loro attività. Quando tutti ci aiutiamo a vicenda, tutti vincono. (Jim Stovall)

Massimizzazione del processo in virtù di un eccellente lavoro di squadra

Per poter conseguire i massimi risultati in termini di qualità e potervi offrire il miglior servizio possibile, attribuiamo un’importanza fondamentale al lavoro di squadra, fattore assoluto per il raggiungimento degli obiettivi. 

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4. Invio della traduzione

Una volta conclusa la fase di revisione, il testo sarà pronto per la consegna che potrà avvenire in formato elettronico e/o cartaceo.

Nell’eventualità che la traduzione del bilancio d’esercizio in inglese debba essere asseverata ed eventualmente legalizzata, questa potrà esservi spedita per corriere espresso o consegnata per il tramite di un nostro incaricato.

5. Feedback del cliente

Avere il feedback dei nostri clienti è estremamente importante, poiché ci permette di migliorare il rapporto di fiducia e collaborazione che ci unisce, offrendo al tempo stesso un servizio sempre più vantaggioso ed efficiente.

Traduzione del bilancio d'esercizio anche in altre lingue

Naturalmente, la traduzione del bilancio d’esercizio può essere effettuata anche  in francese,  tedesco, rumeno  o in numerosissime altre lingue.

Per ricevere maggiori informazioni sul nostro servizio di traduzione del bilancio d’esercizio in inglese, vi preghiamo di chiamarci al nostro numero o di inviarci una mail.

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